Setti a 360° anche su TeleArena

Lunga intervista al presidente dell’Hellas, Maurizio Setti, a TeleArena. Ecco il riassunto delle sue parole:
LA STAGIONE APPENA CONCLUSA.
“Tutte le stagioni hanno le loro difficoltà, per come siamo partiti era difficile pensare di finirlo così. È stato un anno meraviglioso che ci ha lasciato delle certezze. Un gruppo che è migliorato ancora, composto da ragazzi sani. È stato un grande anno”

LA PARTITA PIÙ BELLA

“Quella che secondo me è stata la più sorprendente: la prima di Tudor, il 3-2 con la Roma”

IL MISTER CHE SARÀ
“Il mister è solo uno ed è Igor Tudor. Ci siamo incontrati di nuovo dopo il discorso che abbiamo iniziato a fare una decina di giorni fa. Tudor è una persona cordiale, gli ho spiegato cosa posso fare e con grande serenità ne riparleremo la prossima settimana. Io l’ho confermato, ma si deve stare bene in due. Come sempre, sono stato onesto su quello che posso e voglio fare. Cosa mi aspetto tra una settimana? La sensazione è che qualcuno l’abbia cercato e se è così, sarebbe vero che i contratti di questi tempi sembra non abbiano valore. Forse mi dirà che i programmi del club non corrispondono ai suoi. La cosa certa è che chi rimane, deve avere voglia, cattiveria ed essere consapevole di quello che il club gli può dare”.

NOMI IN LIZZA PER LA PANCHINA
“Cioffi è stato un mio giocatore a Carpi. Si è scritto addirittura di cifre, ma noi non faremo contratti fino a quando non sarà risolta la situazione su Tudor. Anzi, non abbiamo parlato di cifre con nessuno. Io non so cosa scrive la gente, stiamo parlando di chiacchiere da bar”.

E IL DIRETTORE SPORTIVO
“È vicina la chiusura del rapporto con mio figlio D’Amico. Ci sono stato male, ma dopo ho capito che era meglio che se ne andasse. L’amore va avanti così. Lui non ha chiesto niente. Io avrei cercato di farlo star meglio economicamente, ma non cercava quello. Anche sul suo sostituto non siamo ancora decisi su chi andare. Non ho preso alcuna decisione e ad ora ne sto interpellando vari. Diciamo che ci sono due-tre nomi in ballo. Marroccu? È uno dei papabili. Faggiano? Ho un buon rapporto con lui, ma ha un contratto ed è attualmente in carica, al contrario di Marroccu che invece è in scadenza”.

LA ROSA.
“Abbiamo un gruppo solido, lo zoccolo duro, ma ovviamente ci sono anche situazioni di mercato. La rosa verrà sicuramente cambiata, perchè è inevitabile che ci saranno delle cessioni. Noi abbiamo sempre venduto e lanciato giovani preferibilmente della nostra Primavera. Io devo fare un calcio che si autosostiene. Non siamo come le proprietà americane che investono tanti soldi. Poi non è detto che ottengano risultati, ma questi investimenti qua pesano. Chi decide di andare via da Verona, lo fa sempre per migliorare, vedi lo stesso Kumbulla che ha appena vinto un trofeo ed è ancora giovane. Dimarco ha voluto fortemente tornare all’Inter. Tameze lo scorso anno non era nessuno e ora ha mercato, ma attenzione che alle sue spalle c’è Hongla che è giocatore vero. Così come è accaduto con Zaccagni e Caprari. Non bisogna concentrarci su queste dinamiche, perché altrimenti iniziamo a guardare cosa è successo a Cagliari, Genoa o Venezia che hanno speso e investito e poi sono retrocessi. La società viene prima di tutto”.

IL MERCATO
“Il mercato deve ancora iniziare. Certo i più forti non li posso tenere. Non possiamo ogni anno agitarci perché pensiamo che va via questo o quello. Al centro deve esserci la società.

SIMEONE E BARAK
“Simeone non è una scommessa vinta perché era già un giocatore di valore. Era un giocatore che volevamo anche la stagione prima. È un giocatore generoso, che dà sempre il massimo. Se lo riscattiamo? Vediamo. Dobbiamo incontrare i procuratori e fare dei ragionamenti.
Barak è fortissimo. Ha dimostrato di essere nell’età per fare il salto di qualità. Il Napoli? Qualche contatto, ma niente di ufficiale”.

LA SQUADRA DELL’ANNO PROSSIMO
“Restano di sicuro Montipó, Faraoni, Lazovic, Coppola, Dawidowicz, Caprari. Lo zoccolo duro dei vecchi lo manteniamo e sappiamo che è la nostra forza. L’obiettivo resta la salvezza, poi la posizione in classifica spetta solo al campo deciderla, però vogliamo sempre migliorarci. Oggi non ho il direttore sportivo, le idee me le sono fatte io. In vista dell’anno prossimo, non posso dubitare del mio gruppo: faró e faremo il massimo”.

LE STRUTTURE
“Che gran casino. Il messicano dello stadio nuovo non si è fatto più sentire, non si sa più niente. Stiamo andando avanti con il centro sportivo per un progetto che ci potrebbe rappresentare, c’è da trovare ancora qualche accordo. È un investimento importante, c’è da fare un piano. Ci sono situazioni da capire su altre aree, ma Peschiera potrebbe essere quella che stiamo valutando”.

I GIOVANI DEL FUTURO
“Abbiamo Cancellieri che è forte e ha potenziale, sulle qualità non si discute e si capisce anche dal fatto che sia stato convocato in Nazionale: questo gli permette di fare esperienza. In teoria resta con noi, poi è ovvio che se arriva il Manchester United con 30-40 milioni, ci pensiamo su… poi tra i giovani abbiamo Tochi. Dagli addetti ai lavori è stato definito un crack. Non è vero che non lo abbiamo pagato e che è arrivato a parametro zero, qualcuno che ci guadagna c’è sempre. Comunque Tochi rappresenta il modello di giocatore che cerchiamo. Siamo stati bravissimi a battere la concorrenza: nel calciomercato ci sono delle tempistiche che se riesci a sfruttare, ti permettono di trovare occasioni interessanti. Poi non è detto che ti vada sempre bene”.

RIMPIANTO UDOGIE?
“Era chiuso da Lazovic che è un nazionale. Poi il suo procuratore aveva esigenze e pretese che non erano nelle nostre possibilità. Abbiamo fatto un buon affare, pur sapendo che il suo valore poteva aumentare. E comunque ci siamo tenuti una percentuale sulla rivendita“.

SQUADRA PRIMAVERA. BOCCHETTI ALLA GUIDA?
“Sicuramente è un uomo Hellas. Mi piacerebbe, è un profilo giusto e potrebbe essere una soluzione. Ma dobbiamo ancora parlare con lui”

QUANTO VALE IL VERONA OGGI. 
“Vale più di 130 milioni. Non sono io che devo fare il prezzo perché non è il momento, comunque non ho ricevuto offerte. Gli americani arrivano in Italia per cercare di fare un modello di spettacolo. Il calcio nella sua natura fa fatica: bisogna mantenere un equilibrio. Purtroppo non ci sono imprenditori di Verona interessati, ma non ne faccio una colpa e aggiungo, magari ci fosse qualcuno a darmi una mano. Anche dall’estero. Qualche sondaggio per la vendita c’è stato in passato, ma mai nulla di concreto”.

MODELLO ATALANTA. 
“Non è semplice. Intanto io non sono Percassi. Il nostro è un modello che si è costruito da 4/5 anni. Quando sono arrivato non c’era niente ed è stato un percorso difficile. Abbiamo fatto debuttare tanti giovani nostri. Ricordiamo che io sono un piccolo imprenditore che ha cercato di ricavare un modello ed un lavoro su quelle che sono le mie possibilità. Sono molto contento di quanto fatto sino adesso”.

E JURIC… 
“Basta così. Ha detto che ha sbagliato a me e in pubblico. Viene spesso a Verona mi dicono, qui è stato bene. È andata così”.

CAPITOLO MASCETTI
“Vedi sopra. Mi sono scusato personalmente e più di chiedere scusa tante volte non si può fare. È successo un fatto grave ma deve finire lì. Noi abbiamo fatto tutto il possibile e credo che alla fine ci siamo chiariti”

IL PUBBLICO DI VERONA
“Sarebbe bello vedere lo stadio sempre pieno. Questo pubblico fa la differenza ed in casa qualche punto in più lo porta anche. Abbiamo bisogno di loro per la salvezza e sarebbe bello avere qualche abbonato in più, è innegabile che il loro aiuto anche economico è importante per le casse della società”.

Damiano Conati

Sono nato a Verona nel 1982, sono sposato e ho tre bellissimi bambini. Laureato in Scienze della comunicazione, sono iscritto all'Ordine dei Giornalisti dal 2005. Giá collaboratore di molte testate locali, presidente di una società di basket, ho vissuto tre anni in missione in Brasile e attualmente lavoro come operatore sociale in Caritas Verona.

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