di Federico Messini
“Tre minuti, solo tre minuti per parlarti di me”. Il verso della celeberrima canzone riassume perfettamente l’atmosfera. Sabato 8 Maggio 2016, ore 22.30. Si è appena conclusa Verona-Juventus, l’Hellas ha vinto, Luca Toni ha segnato l’ ultimo goal sotto la curva gialloblù e ha chiuso la sua straordinaria carriera. Il capitano si avvia a fare il giro del Bentegodi per ricevere il giusto tributo dagli oltre 23.000 presenti sugli spalti. Tre minuti che sembrano non dover finire mai, lunghi eterni, in cui negli occhi di tutti ma soprattutto in quelli bagnati del capitano gialloblù scorrono i fotogrammi di un film lungo più di 20 anni, degli oltre 300 goal segnati tra i professionisti, della scarpa d’oro e del mondiale vinti. Verona ringrazia il suo campione, la curva sud lo nomina vicesindaco, lui si inchina e applaude la piazza che gli ha permesso di vivere una seconda giovinezza sportiva e lo ha fatto tornare ai massimi livelli. Sorrisi e lacrime, gioia e malinconia, presente e passato. Tutto in una sera, tutto in tre minuti. Nessun regista avrebbe potuto girare finale più carico emotivamente.
Finita la pellicola però si torna alla realtà, l’Hellas è retrocesso dopo l’annata più disgraziata di sempre e dovrà ripartire dalla cadetteria, con rinnovato entusiasmo e fame di vittorie.
“Sento di dover ancora qualcosa al Verona e ai suoi tifosi e se ci sarà la possibilità vorrò contribuire alla risalita sperando di poter festeggiare tutti insieme tra un anno il ritorno in serie A”.
Toni ha appeso le scarpette al chiodo ma forse la sua avventura in riva all’Adige non si è conlusa. Intanto, per tutto quello che hai fatto, grazie di cuore Luca!