The day after. Tutti i meriti di un sistema Hellas che funziona alla grande!

Diamo a Igor quel che è di Igor. Verona ancora una volta perfetto e prestazione maiuscola contro una corazzata di questo campionato. I meriti del tecnico sono sotto gli occhi di tutti: lui elogia i suoi giocatori, ne ammira le qualità, schiera i più in forma, non si lamenta mai della società. Quattro caratteristiche opposte del connazionale traditore che lo ha preceduto sulla panchina gialloblù e che (vien da dire, fortunatamente) non c’è più. E il Verona di Tudor va a mille all’ora, non ha mollato a salvezza raggiunta e si toglie soddisfazioni enormi.

Diamo a Tony quel che è di Tony. In molti a Verona in quel ruolo quattro anni fa volevano un altro Toni, bomber Luca. Ma Tony D’Amico ha dimostrato di meritare quel posto ed è diventato probabilmente uno dei migliori direttori sportivi d’Italia. Sempre presente, focoso quando serve, ma educato e pacato, non interferisce nelle scelte del tecnico e soprattutto è un uomo mercato fenomenale. Mentre il suo giocattolo si salva ogni anno con largo anticipo e mette insieme record su record, lui piazza a parametro zero un colpo a gennaio su un giovane difensore greco valutato appena qualche anno fa quasi 20 milioni, poi un altro colpo gratuito a febbraio su un mediano danese di 19 anni inseguito da mezza Europa, poi un promettente Under 21 polacco per pochi soldi e rinnova il contratto al suo capitano portoghese perché possa fare da chioccia per un’altra stagione. Questo significa programmare il futuro.

Diamo ai tifosi quel che è dei tifosi. Vero motore di questa squadra, nonostante gli anni che passano e il ricordo di epoche gloriose che rimane in videoclip sempre più sbiaditi, i tifosi gialloblù non hanno perso la loro passione incredibile e, se vogliamo, aumentano di numero con un sacco di giovani leve nelle scuole, nelle società affiliate, nelle academy, grazie allo straordinario lavoro della società sul territorio.

Diamo ai giocatori quel che è dei giocatori. Sono forti, hanno qualità tecniche da grande squadra, ma sono anche gruppo fuori dal campo. E poi nel sistema di gioco di mister Tudor, chi entra fa bene, perché tutti sanno cosa devono fare. Giù il cappello.

Diamo a Maurizio quel che è di Maurizio. In una settimana ci ha messo la faccia in prima persona per un errore di un suo magazziniere, ha dato vita a una fondazione di volontariato rimettendo in campo Toni e Pazzini, ha vinto in tribunale una causa per cui era stato massacrato mediaticamente mesi fa, ha visto il suo Verona conquistare i 3 punti in uno dei campi più complicati d’Italia. In questi giorni l’esperto di mercato Gianluca Di Marzio ha parlato di americani interessati al Verona. Visti gli ultimi sbarcati in Italia e con un Setti del genere, forse è meglio che i cow boy restino a casa loro.

Foto: instagram Hellas Verona

Damiano Conati

Sono nato a Verona nel 1982, sono sposato e ho tre bellissimi bambini. Laureato in Scienze della comunicazione, sono iscritto all'Ordine dei Giornalisti dal 2005. Giá collaboratore di molte testate locali, presidente di una società di basket, ho vissuto tre anni in missione in Brasile e attualmente lavoro come operatore sociale in Caritas Verona.

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