The day after. Tutti in attacco, le rinascite, i tifosi a raccolta e la società…

È un Verona offensivo, è inutile negarlo. Lo dicono i risultati e i numeri, lo conferma il modulo adottato dal mister, lo si nota dalle scelte di campo. Bessa è un trequartista adattato a metà campo, gli incontristi Tameze e Hongla partono dalla panchina, Caprari è molto più offensivo del fu Mattia Zaccagni, Simeone o Kalinic fanno le prime punte senza esagerare nella fase difensiva. Se ieri la classifica mostrava un Hellas con una delle migliori difese del campionato e l’attacco in lacrime, oggi è l’esatto contrario. Per i tifosi è sicuramente una gioia per gli occhi, ma alla lunga una difesa ballerina potrebbe non essere la scelta migliore. Ai posteri l’ardua sentenza.
Nel frattempo Tudor ha deciso che tutti devono sentirsi protagonisti nel sistema Hellas. Così dopo aver rispolverato Bessa e Kalinic, ieri ha fatto capire a Ceccherini di non essersi dimenticato di lui. Ha fatto giocare dal primo minuto nelle partite scorse i vari Tameze, Hongla e Lasagna. Ha chiesto scusa in conferenza a chi ha giocato poco, ha chiaramente spiegato perché Cancellieri non gioca e su cosa sta lavorando per dargli lo spazio che merita. Ha addirittura riesumato Çetin, seppur in un ruolo non suo. Ora con Veloso e Rüegg finalmente guariti, con Sutalo entrato a pieno ritmo nei meccanismi di squadra e in attesa di Frabotta, si può tranquillamente dire che il tecnico ha l’imbarazzo della scelta in ogni gara e che questa rosa è di valore, superiore sulla carta a tutte quelle viste nelle ultime tre gare.
Un Verona con una squadra così ben assortita e un attacco così forte e cinico non lo si vedeva da anni, forse dai tempi di Toni, Iturbe, Marquinho, Martinho, Jankovic, Cacia e Juanito Gomez. Però c’è ancora troppa poca gente allo stadio ad apprezzarlo. Ieri 8400 persone. Poche. La Curva ha lanciato un messaggio appeso allo stadio. Il Verona, questo Verona, merita più pubblico. Con la Lazio il Bentegodi sarà aperto al 75% e forse questa novità potrebbe convincere le società tutte, non solo l’Hellas di turno, a partire con una campagna abbonamenti. Chi ha usufruito del voucher gare messo a disposizione l’anno scorso, con i miniabbonamenti di questo periodo ha praticamente terminato il credito. Da ora in poi si pagano denari veri. E il rischio è che il pubblico diminuisca ancora.
L’appello dei tifosi presenti quindi va in due direzioni: verso gli assenti perché tornino a tifare Hellas al tempio e verso la società perché non vada a lucrare su chi da troppo tempo è rimasto lontano dagli stadi e oggi è pure costretto a seguire le partite su piattaforme fantozziane.

Foto: instagram Hellas Verona

Damiano Conati

Sono nato a Verona nel 1982, sono sposato e ho tre bellissimi bambini. Laureato in Scienze della comunicazione, sono iscritto all'Ordine dei Giornalisti dal 2005. Giá collaboratore di molte testate locali, presidente di una società di basket, ho vissuto tre anni in missione in Brasile e attualmente lavoro come operatore sociale in Caritas Verona.

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