A Verona e a Cesena, perfetto per il calcio di provincia. Franco Turchetta c’era sempre, con Osvaldo Bagnoli anche nell’anno dello scudetto e con Marcello Lippi in Romagna lungo tre anni intensi. Vive a Ravenna ora, concittadino di Andrea Mandorlini. Facile incrociarsi, la città è piccola.
Quando ha visto l’ultima volta Mandorlini?
“L’estate scorsa, era un po’ preoccupato perché aver ceduto quei tre significava ricostruire buona parte del Verona. D’altronde gente come Iturbe, Romulo e Jorginho non la sostituisci tanto facilmente. Anzi, è praticamente impossibile. Ripetere il campionato dell’anno scorso proprio non si poteva, ma la squadra è buona e Toni un grande. Per me continuerà anche l’anno prossimo. Non si ritirerà”.
Da osservatore esterno, come giudica il lavoro della società?
“Buono direi, la proprietà è seria e in questi anni coi risultati che ha raggiunto ha dimostrato di saper far calcio con profitto e con competenza. Si vede che alle spalle dell’Hellas ci sono solidità ed idee chiare”.
Quante probabilità ha il Cesena di salvarsi?
“La situazione è complicata ma non irrimediabile. Il Cesena ha l’Atalanta in casa, quella sì che è decisiva. E il Cesena ha la fortuna di giocare al Manuzzi dove ha sempre giocato molto bene”.
L’uomo decisivo?
“Brienza, il suo ritorno è importante perché uno come lui assicura imprevedibilità e una certa pericolosità ad un attacco che ha fatto molta fatica quest’anno. Lui ha una tecnica di livello superiore”.
Finisce 1-0, gol di Toni?
“Sarebbe una mazzata per il Cesena. Facciamo pari, tanto il Verona è praticamente a posto. L’Hellas mi ha dato un’emozione indimenticabile con quel meraviglioso scudetto, ma anche degli anni di Cesena ho solo ricordi molto belli”.
Fonte: L’Arena