Via di fuga

di Massimo Recchia



Via di fuga, percorso non convenzionale per garantirsi la certezza di uscire da uno spazio pericoloso, insofferente o osteggiante.

Setti & C. ne stanno valutando diverse, la punizione esemplare al malcapitato Rafael, la cassazione dell’intero gruppo di preparatori atletici e collaboratori dell’allenatore fino alla sostituzione dello stesso con persona capace di attirare su di sé ogni futura sofferenza. Sia essa vincente che no. Eppure la via di fuga c’era dopo Bologna, quella che ora si trae da sconfitte strane come Napoli e Frosinone. Con i partenopei il vecchio Hellas ha combattuto alacremente per 75 minuti fino all’ingresso di Helander. Con i ciociari la mano di poker è passata con troppa facilità in bluff del portiere che ha fatto saltare il banco. Allora perché trovare una via di fuga cambiando il pilota principale? Per la piazza, per una certa stampa televisiva e di carattere nazionale ch’ella anni attende un Mandorlini alla berlina. Quella stampa che non l’ha difeso ne’ a Salerno, né a Pescara, né a Crotone o Nocera inferiore quando veniva fatto oggetto di discriminazione umano/razziale. Ora la via di fuga è giocarsela. Con altro schema, calciatori motivati e sani negli stimoli. Ragazzi forti come i virgulti della Primavera, che hanno sangue caldo assimilabile a quello dell’Andrea di Ravenna, giunto sull’orlo del precipizio ma nonostante ciò per nulla intimorito e desideroso di rivincita.

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