Vice Direttore Gazzetta: “Squalifica senza prove”

Umberto Zapelloni, vicedirettore della Gazzetta dello Sport, è intervenuto ai microfoni di Radio Bellla & Monella, official radio dell’Hellas Verona. Ecco le sue principali dichiarazioni:

Zapelloni, se lo è chiesto oggi sulla Gazzetta: a che cosa serve la chiusura della Curva Sud del Bentegodi?

In questa squalifica c’è qualcosa di strano. Nessuno, a parte gli inviati della procura federale, ha sentito i presunti cori contro Muntari. Nessun giornalista, nessuna tivù, nessun calciatore ne ha parlato. Ci si chiede, quindi, se i cori ci sono davvero stati. Non avendo dubbi sulla buona fede dei tre inviati della procura federale, viene da domandarsi se davvero sono stati i cori di tremila persone o, nel peggiore dei casi, le urla di qualche scalmanato. Che tra oltre 27 mila spettatori ci sia un imbecille che dà della “scimmia” o fa “buh” a un calciatore della squadra avversaria può succedere, ma non per questo, eventualmente, va chiuso un intero settore dello stadio.

Questura, Milan e stampa difendono il Verona, l’arbitro non menziona i cori nel referto… siamo di fronte a un caso storico?

Tutto ciò può voler dire che questa regola è sbagliata, perché chiudere una curva, se non si è in presenza di qualcosa di clamoroso, è inutile. Ci sono i biglietti nominali, le telecamere: i modi di controllare i tifosi ci sono. Se gli ultras vengono colti in flagrante nel mezzo di qualsiasi cosa vada al di là della partecipazione sportiva, vanno anche daspati; chiudere una curva per cori che nessun’altro nello stadio ha sentito, è un errore. Il Corriere della Sera aveva detto, per esempio, che Muntari era stato soggetto di insulti razzisti dalla tribuna per il gesto provocatorio del calciatore, a fine partita, che aveva alzato tre dita mimando i tre gol subiti dal Verona: ecco quelle persone possono essere individuate e allontanate dallo stadio. Punire una curva, in assenza di prove, mi sembra invece un’esagerazione. Lo dico in difesa del Verona, ma lo direi per qualsiasi altro caso analogo.

Perché l’onere della prova deve essere a carico del Verona e non dell’accusa, come avviene in democrazia?

Ci sono regolare imperfette che vanno, in un certo modo, cambiate. Credo che sia più logico squalificare una curva di fronte a prove certe, non deve essere la società accusata a dover trovare le prove per scagionarsi. Magari gli inviati hanno anche sentito qualcosa, ma se tremila persone avessero fatto questi cori si sarebbero sentiti in tutto lo stadio. Ma nessuno li ha sentiti, né in campo né in tribuna, ho chiesto anche a persone imparziali presenti allo stadio. È assurdo che sia il Verona a dover trovare prove per scagionarsi, e questo è un episodio che può aiutarci a farci riflettere per fare dei correttivi utili per tutti.

Domani alle 14.45 sapremo se la sentenza sarà ribaltata.

L’impressione è che sia molto difficile arrivare a ribaltare la decisione del Giudice Sportivo in Appello. Il Verona però farà di tutto e sarebbe storico un eventuale successo. Sarebbe bello che qualcuno ammettesse il proprio errore e dicesse che quella curva è stata chiusa per sbaglio. Difficile però che il giudice, se non con una prova tangibile da parte del Verona, sbugiardi gli inviati della procura. Comunque vada, è giusto sottolineare che, in caso fosse confermata, sarebbe una squalifica ingiusta.

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