I frutti della Primavera

Quando Setti arrivò nel 2012/2013 la squadra Primavera del Verona non stava bene. L’Hellas arrivava da anni di buio estremo tra Serie C, anni difficili di B, situazioni economiche negative se non addirittura all’orlo del baratro. Con un Verona vicino al dilettantismo, salvato da un gol tanto casuale quanto epico di Zeytulaev, chi poteva avere il tempo e la voglia di pensare di investire sul settore giovanile?
Una delle prime cose che disse Setti all’arrivo in gialloblù fu quella di voler investire nei giovani. Anche perché l’unico giovane uscito dalla cantera gialloblù dal 2000 al 2013 era stato Jorginho: ok, sarebbe diventato un campione, ma era comunque uno solo in 13 anni. Prima di lui nel 2000 i vari Cossu, Pisanu, Pegolo, Vanstrattan e Dossena, poco dopo Laner e Papa Waigo e poi il vuoto per un decennio, eccetto l’exploit estemporaneo del piccolo Vriz in un Verona derelitto nella bassa Serie C e quello di Nizzetto (oggi all’Entella) che però è di fatto diventato professionista lontano da Verona.
Claudio Calvetti, Giancarlo Filippini e oggi Massimo Margiotta sono stati i condottieri del settore giovanile negli ultimi 8 anni e tantissime sono state le loro scoperte, tanto che il Verona ne raccoglie i frutti ogni anno. Già nella prima stagione di Setti al Verona ecco l’arrivo di un giovane Zaccagni e di Mazzocchi, negli ultimi anni titolare in B a Perugia e oggi a Venezia. A ruota arrivarono Donsah e Fares, ma anche Checchin, Cappelluzzo e Bearzotti. Presenti a Verona fin da piccoli, ma cresciuti negli anni cruciali grazie a Calvetti, Filippini e Pavanel, si facevano poi largo i giovanissimi Danzi e Kumbulla, dei predestinati già a 15 anni. E poi Casale, oggi titolare in nazionale Under 21, e Tupta.
Con Margiotta si è potenziato lo scouting all’estero e la collaborazione con scuole calcio in tutta Italia, senza contare una maggior sinergia con la prima squadra che ha portato decine di giovani ad allenarsi in pianta stabile coi grandi. Inoltre la presenza di una società satellite come il Mantova ha permesso di testare negli ultimi anni alcuni ragazzi anche al di fuori del campionato Primavera.
Nelle ultime stagioni sono cresciuti in C i vari Riccardi, Baniya, Badan, Pavan, Saveljevs. E oggi è tempo di Traorè (un paio di presenze in B con Grosso), Lucas Felippe (che ha anche debuttato in A con Juric), Sane, Chiesa, Tosi e Brandi. E poi Lisi, recentemente ceduto a titolo definitivo all’Ascoli, Jürgens, scoperto in Estonia e venduto (forse troppo presto) all’Inter, e Nicolau, ceduto al Cosenza. Udogie, Terraciano, Calabrese e Jocic saranno i prossimi ad essere lanciati, mentre quest’anno la società ha pensato anche di rinforzarsi con giocatori di livello superiore come Diaby e Cancellieri della Roma e Bertini dall’Atalanta.
La cessione milionaria di Kumbulla, il frutto più bello di questa nidiata di calciatori, permette alla società di essere rientrata di molti investimenti fatti nel settore giovanile negli anni e riprogrammare anche il futuro. In attesa che arrivi il sospirato centro sportivo che potrebbe portare ad una crescita ancora più importante.

Foto: Zimbio

Damiano Conati

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